Il programma prevede per Sabato un’uscita in solitaria alla ricerca di sentieri sterrati verso i Piani di Artavaggio, mentre Lunedi con Maddi si punta al Culmine di San Pietro, in pratica il giro fatto alla Befana Bike dello scorso anno, ma percorso in senso inverso.
PIANI DI ARTAVAGGIO
Un giro davvero molto bello, paesaggisticamente e altimetricamente parlando non ci si può proprio lamentare! Dalla ciclabile della Val Brembana si entra in Val Taleggio sulla strada che porta al Culmine di San Pietro e si rimane sulla strada principale fino a Sottochiesa.
Da qui si svolta a destra verso Pizzino, le rampe cominciano a farsi impegnative, ma il bello deve ancora venire. Poco dopo, infatti, si svolta a sinistra e comincia la sterrata, chiusa al traffico da una sbarra, che porta fino ai Piani di Artavaggio!
Che dire, una strada magnifica, il paesaggio cambia diverse volte e le nuvole basse creano un’atmosfera unica! Sono completamente solo, non incontro niente e nessuno, un silenzio assordante, giusto per usare un ossimoro una volta ogni tanto!
Negli ultimi chilometri faccio una fatica pazzesca, mi tocca spingere, ma in vetta al Rifugio Casari mi aspettano le tagliatelle con ragù di cinghiale, per cui ho una motivazione in più per resistere e giungere alla tanto agognata meta.
Il tempo non è esattamente dei migliori, sarebbe dovuto uscire il sole nel pomeriggio, ma non mi pare proprio che si vada in quella direzione. A questo punto il buon senso direbbe di tornare giù dalla stessa strada, ma la voglia di esplorare queste zone è troppo forte, per cui decido di scendere per la sterrata che conduce sul versante opposto del Culmine.
Studio la traccia sul Garmin e vedo che il sentiero si innesta sull’asfalto a un chilometro dal passo, non devo fare troppa salita, si può fare! Discesa a dir poco stupenda, contropendenza verso il Culmine e poi picchiata non-stop fino a riprendere la ciclabile a San Giovanni Bianco e raggiungere con calma la macchina parcheggiata a Zogno.
In definitiva un giro bello e impegnativo, lo sterrato si conferma perfetto per la mia One Hundred Black e quella di oggi è sicuramente una delle più belle gravel road di montagna vicine a casa!
REZZOAGLIO - RIFUGIO MONTE PENNA
Dopo un giorno di riposo decido di tornare insieme a Maddi in questo angolo di Lombardia tra la provincia di Lecco e Bergamo. Per la prima volta affrontiamo la salita del Culmine dal versante lecchese, il primo tratto fino a Moggio, non fosse per la deviazione improvvisata per i prati di Maggio, non è così memorabile. Dalla funivia in poi, invece, è proprio una bella salita!
Pendenze dolci e mai in doppia cifra, immersi nella frescura del bosco e con delle bellissime viste sulla Grigna raggiungiamo i 1300 metri del Culmine, panino e poi dentro al rifugio per una fetta di torta, peccato che nel frattempo fuori dalla finestra cominci a diluviare!
Aspettiamo un po’, sembra non voler smettere, sta diluviando alla grande e addentrarci sullo sterrato che porta verso Morterone con questo tempo non ha molto senso per cui ci copriamo e cominciamo a scendere da dove siamo arrivati. Tempo cinque minuti e un chilometro di discesa che smette di piovere ed esce il sole, ci guardiamo, giriamo le bici, ripercorriamo l’ultimo chilometro di salita e prendiamo il sentiero.
Mai scelta fu più azzeccata, un bel sole ci accompagna per tutto il tratto sterrato fino alla Forcella di Olino, una strada spettacolare, su e giù con il Resegone a controllare che sia tutto a posto! Anche questa, secondo me, una delle più belle strade sterrate pedalabili della zona.
Raggiunto l’asfalto dobbiamo salire per due tornanti verso la Forcella, un po’ di discesa e poi ancora un tratto in salita, poi, una volta al casotto in lamiera, è tutta discesa fino a Ballabio, e quest’oggi sarà una discesa bagnata! Non abbiamo nemmeno avuto il tempo di coprirci che siamo già lavati, un temporale vero e proprio di non più di dieci minuti.
Quando arriviamo in vista di Lecco è già tutto finito, oggi va così, ma in fondo in fondo non poteva andarci meglio, perchè è stato tutto bellissimo!