Il meteo non era assolutamente incoraggiante, pioggia tutta la notte con addirittura il rischio neve nelle ore centrali, un’avventura vera e propria!
Quest’anno ci sono più gruppi che partono da diversi punti, il più numeroso da casa di Alberto dopo una pantagruelica cena propiziatoria, il secondo gruppetto da Milano città e il terzo che incontriamo dopo qualche chilometro lungo il percorso. Ci siamo tutti, 18 cicloviaggiatori armati di lucine e lucette lampeggianti e non, 18 avventurieri contro pioggia, fango e buio!
La temperatura è delle migliori, non si scenderà mai sotto i 2°C e il piumino rimane tranquillo nelle borse, imbocchiamo la strada del Duca vicino alle sorgenti della Muzzetta per un primo assaggio di sterrato, il morale è alto, la pioggia smette di scendere e sembra la nottata perfetta, anzi forse lo è.
Si pedala, i chilometri quest’anno sono davvero tanti e alcuni molto impegnativi, ecco il ponte sull’Adda, svolta a destra e dopo una breve sosta ristoro dove ognuno tira fuori le sue numerose cibarie ci inoltriamo nella boscaglia.
Gli arbusti illuminati dai faretti hanno quel non so che di film horror, a sinistra scorre il fiume e bisogna stare attenti a non prendere il sasso sbagliato che fa saltare la ruota, massima attenzione e il solo rumore che si sente sono i copertoni che scorrono sul terreno sconnesso, uno spettacolo!
In rigorosa fila indiana e mantenendo una certa distanza di sicurezza procediamo con Alberto e Paolo a scambiarsi informazioni via radio sulla situazione in testa e in coda al gruppo, eh si, quest’anno siamo organizzatissimi!
Ancora un po’ di single track e poi ci tocca scendere dalla sella, il fango non ci permette di pedalare, vorrebbe dire rischiare di finire nel fiume per una stupidata, e allora giù a spingere con i piedi che affondano per metà nella melma fino al famoso ponticello di legno, forse il passaggio più critico della notturna!
Uno alla volta, con calma, passettino dopo passettino con Corrado che dirige le operazioni di attraversamento, arriviamo tutti dall’altro lato, anche questa è andata, non ci resta che tirare dritto verso il parchetto munito di panchine e tavolini dove abbiamo in programma la grande abbuffatta!
Fuori i salami e la raspadura, coltello, tagliere, vino e panini e si da il via alla mangiata, mai cosa fu più gradita, tutti in adorazione al tavolo imbandito e i brindisi alla notturna si sprecano!
A un certo punto però bisogna ripartire onde evitare di non raffreddarsi troppo, mancano solo 3 km al centro di Lodi e in pochi minuti raggiungiamo con un’entrata trionfale la grande piazza, una foto di gruppo e poi ancora in sella, non siamo nemmeno a metà percorso!
Da qui in poi però è tutto asfalto e su pista ciclabile, le ruote scorrono via e ne approfittano per scrollarsi di dosso un po’ di fango, la velocità aumenta un po’ e, foratura a parte, giungiamo al celeberrimo ponte degli specchietti alle 7:05 in punto, in perfetta tabella di marcia, mancano ancora una decina di chilometri.
Ciclabile fino a Lambrate, viale Porpora e poi, affiancati dalle prime macchine della domenica, percorriamo il corso Buenos Aires fino a prendere la via più alla moda di Milano, ebbene si, via della Spiga!
Gli sguardi dei milanesi più mattinieri sono dei più disparati, rispondiamo con un sorriso e stando attenti a non finire nei binari del tram arriviamo finalmente alla meta dopo 103 km di fatica, siamo qui sotto La Scala, il cielo è ormai chiaro, ma d’altra parte sono anche le 7:45!
Un applauso e qualche urlo non ce lo leva nessuno, foto di gruppo davanti al teatro più famoso, una colazione all’ormai classico Bar Ba del Corso con una bella brioche e un cappuccio e siamo pronti a tornare, salutiamo chi va a prendere il treno e torniamo verso il campo base a casa di Alberto!
Che dire, la CicloNotturna più impegnativa, la più lunga, la più dura, forse la più bella, compagni d’avventura favolosi per un’esperienza che ti lascia sempre qualcosa dentro, questa è la CicloNotturna e non ci puoi fare niente!